Zygmunt, nome molto piacevole da pronunciare, sostiene che una società puo' essere definita liquido-moderna se le situazioni in cui noi agiamo, si modificano prima che i nostri modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. Una vita liquida così come una società liquida non sono in grado di conservare la propria forma a lungo.
In questa situazione come possiamo trasformare i nostri risultati in beni duraturi se tutto invecchia così rapidamente?
La vita liquida è una vita precaria, vissuta nel'incertezza, è una successione continua di nuovi inizi, il sapersi sbarazzare delle cose diventa più importante della capacità di acquisirle.
La vita nella società liquida non può mai fermarsi, deve continuamente modernizzarsi, spinta dal terrore della scadenza. Correre con tutte le forze per restare al proprio posto: come sul tapirulan. La vera posta in gioco è la salvezza dall'eliminazione che comporterebbe il ritrovarsi tra gli scarti ovvero tra i poveri e i deboli.
Coloro che si trovano più vicini al vertice della piramide globale del potere hanno maggiori possibilità di successo. Persone leggere e volatili come coloro che lavorano nell'industria e nella finanza, vivono in una società incurante del futuro, sopportano la mancanza di orientamento, non soffrono di vertigini e sanno adattarsi alle situazioni confuse. Qui Bauman cita Italo Calvino e Le città invisibili, facendo riferimento ad Eutropia i cui abitanti il giorno in cui si sentono assalire dalla stanchezza e non sopportano più il proprio lavoro, la propria moglie o la propria città, decidono di spostarsi nella città vicina dove ognuno farà un altro mestiere, prenderà un'altra moglie o un'altra casa.
Mi piace Zygmunt Bauman, e mi piace la definizione vita liquida. Sbaglio nel definire le vite dei poveri come liquide: sono vite di scarto, rifiuti, incapaci di adattarsi alle situazioni che mutano velocemente.
Sono lenti i poveri, non camminano, si trascinano.
Sbagliato...
In questa situazione come possiamo trasformare i nostri risultati in beni duraturi se tutto invecchia così rapidamente?
La vita liquida è una vita precaria, vissuta nel'incertezza, è una successione continua di nuovi inizi, il sapersi sbarazzare delle cose diventa più importante della capacità di acquisirle.
La vita nella società liquida non può mai fermarsi, deve continuamente modernizzarsi, spinta dal terrore della scadenza. Correre con tutte le forze per restare al proprio posto: come sul tapirulan. La vera posta in gioco è la salvezza dall'eliminazione che comporterebbe il ritrovarsi tra gli scarti ovvero tra i poveri e i deboli.
Coloro che si trovano più vicini al vertice della piramide globale del potere hanno maggiori possibilità di successo. Persone leggere e volatili come coloro che lavorano nell'industria e nella finanza, vivono in una società incurante del futuro, sopportano la mancanza di orientamento, non soffrono di vertigini e sanno adattarsi alle situazioni confuse. Qui Bauman cita Italo Calvino e Le città invisibili, facendo riferimento ad Eutropia i cui abitanti il giorno in cui si sentono assalire dalla stanchezza e non sopportano più il proprio lavoro, la propria moglie o la propria città, decidono di spostarsi nella città vicina dove ognuno farà un altro mestiere, prenderà un'altra moglie o un'altra casa.
Mi piace Zygmunt Bauman, e mi piace la definizione vita liquida. Sbaglio nel definire le vite dei poveri come liquide: sono vite di scarto, rifiuti, incapaci di adattarsi alle situazioni che mutano velocemente.
Sono lenti i poveri, non camminano, si trascinano.
Sbagliato...
