"C'è la bellezza e ci sono gli oppressi.
Per quanto difficile possa essere,
io vorrei essere fedele ad entrambi"
Albert Camus

lunedì 31 marzo 2008

Paura eh?

Gaber la definiva così: "piccolo sobbalzo nella regione epigastrico-duodenale che a buon diritto chiamai… paura, o vigliaccheria emotiva."

Wikipedia riporta che "La paura è un'emozione governata prevalentemente dall'istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza dell'individuo ad una presunta situazione di pericolo; si scatena ogniqualvolta si presenti un possibile rischio per la propria incolumità, e di solito accompagna un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche di difesa.

Principali reazioni istintive alla paura possono essere:

  • intensificazione delle funzioni fisico/cognitive e innalzamento del livello di attenzione
  • difficoltà di concentrazione
  • fuga
  • protezione istintiva del proprio corpo (cuore, viso, organi genitali)
  • ricerca di aiuto (sia articolato nel gridare la parola "aiuto", sia racchiuso in una semplice vocale gridata)

La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio. In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale."

Espressione di una stato mentale... è questo quello che mi ha preso questa notte, in una situazione molto bella e che molti invidierebbero, io ho provato paura.

Immotivata appunto ma che "strizza"!

Ho avuto la stessa paura di quando arrivo in una città straniera che non conosco. I primi 3 giorni non metto il naso fuori dall'hotel, avendo un naso "importante" significa che il resto del corpo à ben rintanato in fondo alla stanza. Per superare questo shock da impatto, al quarto giorno comincio a fare il giro a piedi dell'isolato. Progressivamente passo agli autobus, il modo migliore per ri-conoscere una città nel suo complesso. Superata questa fase, giro a piedi, entro nei bar, nei negozi, nelle biblioteche, osservo le persone, cerco contatti umani solitamente attraverso il mio inesistente inglese. Mi sento meravigliosamente disadattato quando formulo una frase in questa stupida lingua che guarda caso parlano tutti.

Stanotte ho avuto paura di una città, oggi ho capito come superarla.

2 commenti:

bar bag ha detto...

...un po' criptico...
(oltre ai gangli dell'intuito, devo anche riattivare qualche sinapsi, evidentemente)
;-)

Anonimo ha detto...

Pregasi svelare ricetta per il superamento della paura.
Pare che l'introduzione di Maalox non sortisca nessun effetto.
Forse sarebbe meglio ripiegare sul Martini Dry