"C'è la bellezza e ci sono gli oppressi.
Per quanto difficile possa essere,
io vorrei essere fedele ad entrambi"
Albert Camus

martedì 8 gennaio 2008

Caramel

Nadine Labaki è una regista libanese di 33 anni. Vive di spot pubblicitari e videoclip, poi un giorno si mette a fare un film e lo intitola Caramel. Glielo prendono a Cannes alla Quinzaine des realisateurs e glielo candidano all'Oscar come Miglior Film Straniero.
La trama ve la leggete qui, a me interessa scrivere che è un film delizioso.

Nelle bollenti giornate estive vi siete mai "nebulizzati" addosso un soffio d'acqua Evian per rinfrescarvi? Io si e so quale piacere produce ai sensi... si ai sensi, come questo film.
Niente capolavoro, niente film indimenticabile, niente straordinaria prova di cinema: è un film che ti fa respirare e di respiri io ne ho bisogno qui e adesso.

A parte il casting notevole (la regista è davvero bella nella parte della parrucchiera cosi come una delle sue amiche) c'è una scena che si è sistemata dolcemente nella mia memoria: un poliziotto si innamora di lei che però è impegnata a fare l'amante di qualcuno. Un giorno in negozio lei riceve la solita telefonata dell'amante, va alla finestra e nel conversare volge lo sguardo oltre la vetrina, non vede nulla, tantomeno il poliziotto che al di là della strada, in un bar, la osserva. Campo e controcampo, lei rivolgendosi all'amante - ciao amore mio... Il poliziotto rivolgendosi a lei - aspettavo che mi chiamassi... Lei - hai dimenticato il tuo portafoglio qui... Il poliziotto - ho aspettato più di un'ora. E' così che si formano sussulti emotivi capaci di portarti via per un tempo sufficiente per stare bene, non importa quello che succede dopo...


1 commento:

Anonimo ha detto...

è un film bellissimo, io l'ho trovato veramente uno dei pochi film gradevoli visti ultimamente