"C'è la bellezza e ci sono gli oppressi.
Per quanto difficile possa essere,
io vorrei essere fedele ad entrambi"
Albert Camus

lunedì 8 ottobre 2007

La ricerca del Senso

Mi dovete perdonare se oggi scrivo di cose "brutte". Io non ho ancora provato l'esperienza del lutto, mi manca questo passaggio e non so come mi comporterò quando accadrà. Ieri sera uno dei miei tre cari amici mi ha chiamato per dirmi che suo padre non c'era più. Una morte improvvisa non annunciata che ti lascia senza possibilità preventiva di elaborare il lutto.

Il mio amico aveva la voce trasfigurata nel raccontarmi l'evento, e il suono di quella voce mi ha accompagnato per tutta la notte.

Sono andato a rileggermi le pagine delle Confessioni di Sant'Agostino in cui si parla del lutto, della sofferenza dell'autore per la morte del suo caro amico.
Ho riletto le pagine di "Essere e tempo" di Heidegger. Qui il filosofo tedesco spiega che l'esperienza della morte è solo nostra e di conseguenza tutte le forme per cui conosciamo la morte attraverso un'altra forma sono inadeguate. Non è giusto pensare di avere un'esperienza del morire nel lutto, cioè nell'elaborazione della morte altrui, del sacrificio quando qualcuno muore per un altro.
Tuttavia è evidente il fatto che, senza l'esperienza della traccia, ossia del lutto, del sacrificio della morte altrui, neanche la possibilità della mia morte come morte solo nostra sarebbe concepibile.

Perchè sono andato a rileggere questi testi, perchè ho cercato risposte per un evento che non mi ha toccato in prima persona ma mi ha creato un vuoto di senso?

Io so quanto Matteo era legato a suo padre, ricordo bene di aver assistito a lunghe telefonate tra loro e di aver percepito l'amore tra padre e figlio.

Io voglio bene a Matteo e provo com-passione per il mio amico, cerco delle risposte che non posso trovare, cerco il senso per comprendere quello che accade quando una persona se ne va all'improvviso senza darti il tempo per nulla.

Quando nel 2001 girai il mio primo documentario, tra le interviste, quella che mi segnò più di tutte fu la testimonianza di Luca, un ragazzo che volle raccontarmi la sua esperienza del lutto così intima che non potrò mai dimenticare. Ma è a quella intervista, a quel viso e a quelle parole che io mi aggrappo quando cerco di capire e recuperare il senso del non esserci più

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