"C'è la bellezza e ci sono gli oppressi.
Per quanto difficile possa essere,
io vorrei essere fedele ad entrambi"
Albert Camus

mercoledì 10 ottobre 2007

Il sorriso di Matteo

Ne "L'insostenibile leggerezza dell'essere", Milan Kundera scrive:

"tutte le lingue che derivano dal latino formano la parola compassione col prefisso "com-" e la radice "passio" che significa originariamente "sofferenza".
In altre lingue non derivate dal latino, questa parola viene tradotta con un sostantivo composto da un prefisso con lo stesso significato seguito dalla parola "sentimento" (ad esempio in tedesco: Mit-gefuhl).

Nelle lingue derivate dal latino, la parola compassione significa: partecipiamo al dolore di chi soffre. Un'altra parola dal significato quasi identico, "pietà", suggerisce persino una sorta di indulgenza verso colui che soffre.
E' per questo che la parola compassione generalmente ispira diffidenza; designa un sentimento mediocre che non ha molto a che vedere con l'amore. Amare qualcuno per compassione significa non amarlo veramente.

Nelle lingue non latine la parola viene usata con significato quasi identico, ma non si può dire che indichi un sentimento cattivo o mediocre. La forza nascosta della sua etimologia bagna la parola di una luce diversa e le da un senso più ampio: avere compassione significa vivere insieme a qualcuno la sua disgrazia ma anche provare insieme a lui qualsiasi altro sentimento: gioia, angoscia, felicità, dolore.
Questa compassione designa quindi la capacità massima di immaginazione affettiva, l'arte della telepatia delle emozioni. Nella gerarchia dei sentimenti è il sentimento supremo".

Ieri pomeriggio ho assistito al funerale del papà di Matteo a Padova. Non posso e non voglio raccontare della vita di suo padre se non che un anno fa circa, Matteo ha conosciuto il proprio fratello e ieri per la prima volta la propria sorella...

L'ho salutato, l'ho visto entrare in chiesa abbracciandosi suo fratello e sua sorella e così li ho visti uscire insieme.
Commovente la dolcezza e la compostezza del suo dolore, straziante il suo sorriso. Matteo è una bella persona, va protetto e custodito con cura, ieri per il mio amico Matteo ho provato compassione, era così forte che mi ha mosso al pianto.

1 commento:

bar bag ha detto...

è proprio bello il sentimento che provi per lui e traspare da ciò che hai scritto, con autenticità.
spesso - troppo direi - ci fermiamo all'uso che si fa di una parola e non al suo significato, anche semplicemente letterale, come nel caso di compassione.
se si pensa al termine greco di origine (pathos) non si può non sentire l'"energia" della sofferenza.
perciò non una sofferenza passiva, supina, ma la forza interiore che ti consente di vivere, attraversare il dolore, per poi uscirne.