"C'è la bellezza e ci sono gli oppressi.
Per quanto difficile possa essere,
io vorrei essere fedele ad entrambi"
Albert Camus

martedì 16 ottobre 2007

Invito al viaggio

Se gli Standards di Keith Jarrett sono la mia barca, il libro "La leggenda dei monti naviganti" di Paolo Rumiz è la mia rotta in quelle sere in cui mi sento un Ulisse in cerca della via verso casa.
Il libro di Rumiz è uno di quei testi che vorresti non terminasse mai, ogni pagina nasconde una scoperta, ogni frase possiede l'urto di una valanga di sassi che ti travolge verso fondovalle.

Dopo 175 pagine spese a raccontarmi le Alpi, i loro abitanti e le loro preziosità, mi appresto ad affrontare la seconda parte del viaggio, sugli Appennini con il mezzo più lento che ci sia. Dopo aver pensato ad un sidecar tedesco, poi una vecchia rivoluzionaria 2 cavalli, Paolo decide di procurarsi una Topolino del 1953. Dopo anni di bicicletta lui sa che "i mezzi non sono solo un modo per vedere di più, ma anche un filtro per selezionare gli incontri. Utilitarie e biciclette attirano solo i simpatici, i matti, i solitari e i vecchioriginali dalla memoria di ferro, che sono proprio le persone con cui vale la pena fermarsi sulla strada della vita".

Cercavo le streghe sulle Alpi, nella zona più pulita e ordinata d'Italia, l'Alto Adige, ora ho capito che ho sbagliato tutto. E' negli Appennini che si nascondono fauni e sibille, nelle viscere dell'Italia lunghe quasi il doppio delle Alpi. Gli Appennini sono da sempre "il nido di tutte le Resistenze, non si sono mai fatti riempire di ossari e sacrari, sono stati i custodi di diversità mirabolanti".

"A Mandrogne, paese di rottamai sotto Alessandria, la gente ha la faccia scura e si dice discenda da pirati arabi in fuga dai genovesi. A Barbagelata, sopra Chiavari, l'altezza media è intorno al metro e ottanta per via di un manipolo di lanzechenecchi transitati dopo una razzia. A Teruzzi, sopra Piacenza, hanno fisionomie asiatiche; e nella vicina Rabbini, ex zona ebraica, trovi nasi e barbe mediorientali. Sopra Massa, nelle Apuane, c'è un villaggio dove usano ancora l'alto tedesco. A Taverne, nell'alto piacentino, una caserma di dragoni ha elevato di 20 centimetri l'altezza media dei locali. E a Bardi, sul crinale parmense, perfino i cavalli rivendicano ascendenza punica. Razza italiana? Sarà."

Mi vien sempre più voglia di ripercorrere le strade che Rumiz ha solcato con i suoi occhi, con la sua "Topo". Mi viene voglia di conoscere questo Paese attraverso i suoi nomi: Buonalbergo, Timpa del Demonio, Passo della Femmina Morta, Alpe della Luna, Petrella Tifernina. Mi vien voglia di ascoltare i racconti di preti, custodi di rifugi, alpinisti, camminatori, Gigino Tramparulo detto "o professore", un meccanico che un giorno, in assenza di ricambi, aggiustò il monoblocco con il tappo-corona di una bottiglia di Lambrusco.

1 commento:

bar bag ha detto...

l'ho letto proprio grazie a te che lo avevi nominato in un vecchio post.
me lo sono centellinato durante l'estate per evitare che finisse "troppo" subito.
la lettura è stata un continuo scoprire, sorprendersi e soprattutto desiderare di andare a vedere quei luoghi con i propri occhi.
quello che traspare in quelle pagine è la vera passione per la montagna e ti arriva tutta, ti avvolge. mi sono ritrovata ad appassionarmi anch'io....io che sono "acqua" e vedo solo il mare.
grazie